Marzabotto e dintorni

Si colloca geograficamente lungo la via Porrettana SS64 che da Bologna attraversa l'Appennino toscano. E' adagiata sulla vallata del fiume Reno e parte del suo vasto territorio confina con l'altra valle del fiume Setta, valli situate in uno dei più suggestivi scenari dell'Appenino Bolognese: il territorio ha una bellezza discreta, riservata, quasi nascosta che va conquistata passo dopo passo, esplorandone gli angoli più nascosti. Numerose ed interessanti le tracce di civiltà che tramandano la loro memoria nelle credenze popolari, nelle sagre paesane, nei mercati e nelle fiere, come nei canti e nelle danze di altri tempi. Il territorio è un ambiente ideale per un turismo riposante ed alternativo: tanti e diversi gli itinerari, originali ed entusiasmanti. E' sufficiente discostarsi di poco dalle vie di traffico per avere l'emozione di scoperte inattese. La nostra terra offre percorsi della memoria, calore e sicurezza delle tradizioni; il paesaggio è come un libro dalle tante pagine: in tutte è possibile leggere l'impegno dell'uomo a mantenere quel disegno che la natura ha magistralmente tracciato. A piedi, a cavallo o in mountain-bike è possibile immergersi in passeggiate lungo i torrenti in un ambiente ancora integro e salutare, per giungere in un'azienda agrituristica o in una trattoria tipica a gustare spuntini biologici o piatti tradizionali. Ilo verde dei castagneti, delle rive dei torrenti, dei boschi, dei campi seminati e all'orizzonte alzando appena gli occhi, la corona delle montagne circostanti, raggiungibili a piedi lungo le antiche mulattiere. Una rete di sentieri, toccando antichi borghi, cappelle, case in sasso, mulini, permette di leggere tuttora la storia di questo territorio e di quelli confinanti. Le sue origini sono databili dal 1700, ma solo nel 1800 il borgo cominciò ad assumere una fisionomia e la storia parla di un piccolo borgo chiamato "Marzabotte", nome che rappresenta il lavoro praticato dalla gente del luogo, cioè il MARZA BOT che altro non erano che le botti in cui veniva fatta macerare la canapa. Il comune non ha quindi radici storiche, fu solo con la costruzione della ferrovia a metà dell'800 che il centro acquistò importanza e Marzabotto divenne comune nel 1982. La storia di questo territorio, la cui urbanizzazione maggiore è abbastanza recente, è tuttavia antica e carica di significati. Essa parla innanzitutto attraverso i resti della necropoli etrusca, ora sede di un museo nazionale archeologico, visitabile durante tutto l'anno; i resti di Misa raccontano al visitatore di un passato in cui la civiltà etrusca aveva insediato in questi territori la propria gente e cultura. Fatti ben più recenti legati alla seconda guerra mondiale hanno reso il nome di questa cittadina, tristemente famoso e conosciuto in tutto il mondo. Nell'autunno del 1944, il territorio di Marzabotto fu al centro di uno dei più gravi atti di rappresaglia perpetrati ai danni di civili che la storia ricordi: la follia nazifascista non risparmiò centinaia di uomini e donne innocenti, nè bambini e uomini religiosi. L'operazione portò alla morte di 770 persone. Nel 1989 la Regione istituì il Parco storico di Montesole, unendo la memoria degli eccidi e della Resistenza alla conservazione del patrimonio naturalistico ambientale. Testo tratto dal giornalino comunale

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